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    Il processo di progressiva convergenza tra i settori dell'emittenza televisiva, delle telecomunicazioni e dell'informatica trova la sua premessa in alcune importanti innovazioni tecnologiche quali le nuove generazioni di componenti elettroniche, l'introduzione della tecnologia digitale, lo sviluppo di nuovi mezzi trasmissivi (fibre ottiche, satellite ecc.) e la creazione di media digitali tecnologicamente avanzati (cd-rom, Internet, audiolibri etc.).
Queste innovazioni portano a un cambiamento totale del sistema di accesso e di diffusione delle informazioni; si tratta di una vera e propria rivoluzione industriale, capace di ampliare le possibilità dell'intelligenza umana e di modificare profondamente il modo di lavorare e di vivere. Se l'invenzione della stampa alla fine del Quattrocento segna il vero inizio dell'era moderna, l'introduzione dei nuovi media digitali è stata salutata come l'inizio di una nuova era, quella digitale per l'appunto.
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PANTAREI
NIELSEN

    La rivoluzione tecnologica ancora in atto sta rendendo centrale, in ogni settore, il trattamento e la manipolazione delle informazioni, attività queste che possono essere facilmente spostate al di fuori dell'azienda - come dicono gli economisti, esternalizzate.
I settori coinvolti maggiormente da questo sistema sono quello dell'informazione (editoria, media e informazione in genere), il settore finanziario (società di servizi, finanza ed economia), mentre incontrano maggiore difficoltà, almeno per ora, quei settori in cui la produzione risulta prettamente manuale.

Gli strumenti di cui si avvale il telelavoratore sono quelli che di solito usiamo tutti i giorni: telefono e fax soprattutto, ma un salto di qualità sostanziale è stato determinato dalle tecnologie digitali della telecomunicazione e del trattamento dell'informazione.
Oggi, molte aziende usano reti interne per la comunicazione tra gli addetti e per l'accesso alle risorse informative (l'elenco dei clienti, il listino dei prodotti ecc.). Il telelavoratore con un computer portatile dotato di modem è in grado di collegarsi alla rete da qualsiasi luogo.
Grazie alla recente innovazione delle tecnologie groupware, ossia programmi di rete evoluti, si permette a più utenti di lavorare in gruppo, in tempo reale, sullo stesso flusso di informazioni. Si possono creare gruppi di lavoro virtuale che interagiscono tra loro, che si scambiano messaggi e lavorano sullo stesso documento, un po' come se fossero nella stessa stanza, intorno allo stesso tavolo, solo che in questo caso il tavolo è virtuale.
Altri importanti strumenti per il telelavoratore sono i sistemi di videoconferenza e di videotelefonia, che un giorno, forse, sostituiranno le classiche riunioni di lavoro intorno a un tavolo, e in parte già lo fanno. I processi di innovazione tecnologica sono in atto da molti anni, tuttavia l'incidenza degli occupati in forme di telelavoro vero e proprio è ancora molto marginale rispetto ai numeri complessivi. Se si guardano le statistiche, si nota che solo negli Stati Uniti e limitatamente in Gran Bretagna si è avuta una diffusione sufficiente di questa forma di lavoro, con stime che parlano di circa otto milioni di occupati nei due paesi complessivamente. In Europa i numeri sono di gran lunga più ristretti, e se i picchi massimi si raggiungono in Gran Bretagna e in Irlanda, l'Italia si colloca in fondo alla graduatoria, ma in ogni caso non molto distante dalla maggior parte dei paesi della comunità.

Eppure, almeno sulla carta, le tecnologie promettevano ben altro. Probabilmente non è detto che perché una cosa sia tecnologicamente possibile questa possa accadere veramente, oppure, l'innovazione può richiedere più tempo del previsto per raccogliere risultati concreti.

Nel nostro paese si possono individuare essenzialmente tre forme di telelavoro, differenti tra loro per il tipo di decentramento localizzativo adottato e per l'ambiente di riferimento a cui si rivolgono, e precisamente il telelavoro a domicilio, l'ufficio satellite e il lavoro mobile.
Nel caso del telelavoro a domicilio (home working), si tratta della massima forma di decentramento del lavoro: il telelavoratore svolge la propria attività a casa, collegandosi telematicamente all'azienda o ai clienti, o alternando il telelavoro a domicilio con attività «convenzionali» presso l'azienda, il tutto regolato da un contratto da dipendente o da collaborazioni coordinate e continuative.
La seconda forma di telelavoro, quella dell'ufficio satellite, è sostanzialmente il decentramento di una o più parti del processo produttivo di un'azienda in sedi distaccate. Una serie di mini uffici distribuiti nel territorio e adeguatamente attrezzati che comunicano tra loro attraverso le reti telematiche.
L'aspetto del lavoro mobile, invece, interessa principalmente rappresentanti, venditori e tecnici che, attraverso un sistema di trasmissione dati, potranno comunicare direttamente con la sede centrale evitando di dover ritornare ogni volta in azienda per scaricare dati o informazioni.
Per imprese e aziende i vantaggi che derivano dal telelavoro sono connessi alla maggiore flessibilità e alla migliore utilizzazione delle capacità di lavoro disponibili; alla sicura professionalità e specializzazione dei collaboratori che riescono a manipolare molto bene le tecnologie; alla velocità e reperibilità della produzione; ai vantaggi economici, ottenibili dalla maggiore efficienza e produttività del lavoro e dalla riduzione dei costi indiretti legati al lavoro d'ufficio.
Dal telelavoro sembra che tutti abbiano da guadagnare: il lavoratore, il datore di lavoro e la comunità in cui entrambi si trovano. Ma se il telelavoro porta tutti questi benefici sul piano della produttività e della funzionalità, è altrettanto vero che la sua applicazione su vasta scala può determinare una serie di problemi economici, sociali e politici.
Parte di questi problemi sono già emersi: ad esempio la carenza delle infrastrutture e i costi per le telecomunicazioni, ma sono ancora più complessi i problemi relativi alla tutela del salario, della salute e del tempo del lavoratore.
Gli strumenti di tutela del lavoro sviluppati nel corso di questo secolo e le relative strutture organizzative, come i sindacati e i consigli interni d'azienda, verranno inevitabilmente messi in crisi da un'organizzazione del lavoro completamente nuova e, come abbiamo già evidenziato, decentralizzata e difficilmente controllabile.


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