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Deejay "superstar"

    Il disk-jockey non è più un'effimero personaggio di contorno nelle discoteche, ma una delle professioni emergenti con tanto di immagine, ruolo e riconoscibilità ben distinti.
    Artista a tutti gli effetti dunque, e oggetto di interviste giornalistiche, copertine sui più importanti newsweek e, soprattutto, ingaggi faraonici anche di breve durata come ospite nelle discoteche più alla moda.
    Lo status di superstar per i Dj più affermati è evidenziato da quelle piccole-grandi attenzioni che, di solito, vengono riservate ai divi del rock: inviti ai party più esclusivi, viaggi in mini-jet privato e così via. Vedi l'esempio di Jeremy Holey uno dei più celebri, forse il "più celebre" dei virtuosi del mixer inglese, che non si sposta per meno di 20 milioni a serata, oppure il nostro Claudio Coccoluto, piazzamento numero 94 nella hit parade della rivista londinese "Dj Magazine"; la stessa che organizza ogni anno, grazie a un sondaggio aperto ai lettori, questa ormai famosa e acclamata classifica, e che quest'anno ha proclamato campione del mondo dei dj Carl Cox (ribattezzato subito per l'occasione King Cox).

    L'idea di un sondaggio nasce dal fatto che la musica dance parla ormai un linguaggio universale, comprensibile ai teen-ager di tutto il mondo. Fa parte di una sorta di villaggio globale che ha azzerato qualsiasi frontiera geografica e dove i dj diventano a questo punto parte di una famiglia internazionale.
    La passione del Dj diventa vera e propria professione quando l'impegno della discoteca si trasferisce in sala di incisione, come produttore e arrangiatore di dischi e spesso con buoni risultati; vedi per esempio Daniele Davoli, che nel 1990 con "Ride on time" realizzò il singolo più venduto in Gran Bretagna, oppure Robert Miles, che grazie all'incalzante base dance "Children" ha praticamente sbancato i negozi di dischi vendendo più di 3 milioni di dischi in tutto il mondo.

    E ancora: oggi i disc-jockey si differenziano e si dividono in categorie. Ci sono gli affabulatori radiofonici come Linus e Albertino, poi i topi di studio come Joe Vannelli, capace di passare ore e ore alla ricerca dell'effetto giusto, Ralf, il mago dell'underground, Ricky Leroy, con le sue sonorità progressive, Alex Natale, Francesco Zappalà, Franck O'Moiraghi, Giancarlino etc.s, tutti bravissimi e pagatissimi.


    Così si parla attorno alla consolle
    I Dj parlano ai fan con sguardi, movenze, ammiccamenti. Ma esiste anche un vocabolario di poche e semplici parole chiave, per intendersi tra la consolle e la pista. Parole quali:

    Cutting: tecnica di mixaggio con due copie dello stesso disco per riprodurre loop sonori o modificare il disco conosciuto alterando il ritmo.
    Flyers: si chiamano così i biglietti d'ingresso per le serate in discoteca. Coloratissimi e in slang da addetti ai lavori.
    Mixtape: è la cassetta mixata desiderata da tutti, superduplicata a catena fino ad alterarne volutamente l'equilibrio tra fruscio e suono.
    Quick-mix: è l'arte di mixare senza cuffie, avendo come punto di riferimento l'etichetta del disco segnata con colori fluo.
    Scratch: tecnica di manipolazione del vinile con il braccio del giradischi.
    Toasting: significa inserire nella tradizione ritmica giamaicana suoni più veloci.