Personalmente, deluso. Nessuna recriminazione contro l'organizzazione, ovviamente! Anzi, un encomio a Gianluca per tutta l'energia e l'entusiasmo spesi nell'impresa. Siamo solo stati vittime della contingenza.
Non mi aspettavo grandi cose, certo, ma magari un po' più d'atmosfera sì, e molta più gente, e più creativa.
Inutile. Altri tempi: sono passati 19 anni e le cose sono cambiate. Tanto. Non è facile sfuggire alla nostalgia dei vent'anni che ti prende una volta passata la boa dei trentacinque, ma conviene guardare avanti.
Dopo quest'ennesimo tentativo di riesumazione, lasciamo finalmente riposare il Movida dove sta.
mi riferisco al bellini pre-dj, ovviamente, quando era al di qua della consolle.
oltre a scala, mathematik, watabee, arena (le altre, a parte il macrillo, sono tutte di epoca successiva), come posto di tendenza c'è da ricordare anche la papessa di mandriola di albignasego, con un johson righeira "pre-increscioso incidente" tra il pubblico
a tutti i "guerrieri": "guerriero" ricorda moka, tutta un'altra storia. La techno per le masse, la destra basse-classe bieca e ebetoide dell'epoca successiva. Anniluce dal mix eterogeneo del movida. Quindi "guerrier" è proprio fuori luogo. Bella soddisfazione, però, sarebbe vedere moka tappato come bellini, biondo platino, occhi bistrati, canottiera (in strass? non ricordo), pantaloni in vinile nero (o rosso?) e tacchi a spillo!
Per il giovane Luca, che chiede foto dell’epoca: guardati il film Party Monster (2003), per farti un’idea dell’atmosfera di quegli anni. Certo, c’è da fare le dovute proporzioni New York-Jesolo ma i discorsi –vuoti! ;-) – erano quelli, i look non proprio gli stessi, ma rendono cmq l’idea. Usavamo tanto il lycra (tute aderenti o ciclisti), camicie con le punte, giacche e zampe d’elefante dai colori accesi (già a metà 87 era cominciato il revival degli anni 70). Si portavano camicie col cappuccio e cappelli. C’era un capello che avevano in tanti, era un’intelaiatura fatta a cerchio ricoperta di lycra. Una volta indossato formava una specie di aureola ondulata. Ho cercato immagini su internet ma non se trovano.
E leggiti il libro Favolose Nullità di Lee Tulloch.
Da ultimo, senza nulla togliere a rigoni, cui va al merito di aver realizzato l’idea in veneto, di club simili –dagli 80 ai primi anni 90– le grandi città sono state piene. Ne nomino solo alcuni: Taboo (1985-86) e Kinky Gerlinky (1990) a Londra, Distrito Distinto (1990) a Barcellona, Limelight a N.Y. Oltre, ovviamente, a Ku, Pacha e Amnesia a Ibiza (1987-88).
Inoltre, una volta per tutte, come ha detto anche fly74, l'atmosfera del movida non aveva niente a che fare con quella del musikò. Anzi, il movida sul quale si è creata la leggenda è quello dal maggio 89 a fine inverno del 90, più meno fino alla prima chiusura, se non ricordo male: quello che c'è stato dopo è stato solo una massa di parvenue che andavano a vedere la "gente fuori", molta poca tendenza, sempre meno selezione all'ingresso e –francamente– troppo "business-oriented".
Personalmente penso che una serata remember sarebbe patetica. I tempi sono cambiati. A parlare di trasgressione oggi vien da ridere. E poi, ¿dove ritrovare l'entusiasmo dei vent'anni per la musica, per i vestiti, per l'apparire? Dove ritrovare la stessa voglia di eccesso?
Nonostante rimanga sempre un appassionato di stravaganza e di musica e ancora goloso di situazioni come quelle di allora –a dispetto dei miei quasi 40 anni, mi pare che qui in Veneto non ci siano più i presupposti per cui una serata così potrebbe riuscire qlcs di diverso da un amaro amarcord.
Suppongo che la canzone che cerchi sia "On Se Calme!" dei Bassline Boys, del 1989. È un classicissimo del New Beat belga. Si tratta di una famosa (in Belgio e in Francia, perlomeno) presa in giro del presentatore Christophe De Chavanne per aver accusato il gruppo –a torto– di apologia di nazismo. "Sieg Heil" proprio non c'è, nella canzone almeno!
